Cosa fare

                                                      

La certezza dell’infestazione si ha solo quando si trova il pidocchio vivo, infatti la presenza di lendini non indica di per sé la presenza del pidocchio, né che la lendine sia vitale (ossia, contenente il parassita).

Il miglior sistema di diagnosi, il “wet combing” (pettinare con un pettine a denti fitti tutti i capelli, dalla radice alla punta, dopo averli cosparsi con abbondante balsamo, fino a che non si raccolgono più insetti), è anche un ottima terapia.
Ripetuta ogni 3-4 giorni per 2 settimane da mani esperte, su infestazioni modeste, può essere efficace quanto i tradizionali insetticidi, senza effetti avversi.
Questo sistema consente di stabilire con certezza se ci sono insetti vivi e nel contempo li rimuove, fatto spesso risolutivo nelle piccole infestazioni, che da noi sono le più frequenti. Inoltre consente anche la prevenzione: se si ha notizia di un contatto è facile fare un controllo sul capo del proprio bambino.

Per eliminare l'infestazione occorre seguire scrupolosamente alcune indicazioni di trattamento, anche se bisogna dire che nessun prodotto ha effetto preventivo, per cui non si può escludere una successiva reinfestazione.
Ecco in breve cosa fare:

  • effettuare un'accurata ispezione del capo, magari con l'aiuto di una lente d'ingrandimento in un ambiente intensamente illuminato, per individuare e rimuovere manualmente pidocchi e uova
  • trattare i capelli con un prodotto antiparassitario specifico
  • dopo il trattamento, usare un pettine possibilmente in acciaio a denti molto fitti (i pettini in plastica tendono facilmente a deformarsi), per rimuovere le uova, pettinando accuratamente ciocca per ciocca partendo dalla radice del capello, oppure cercare di sfilarle manualmente; l'eliminazione delle uova è facilitata se si bagna il pettine o meglio la capigliatura con una soluzione al 50% in acqua di aceto, in grado di diminuire l'adesione delle uova al capello
  • disinfettare le lenzuola e gli abiti, che vanno lavati in acqua a 60°C o a secco (in particolare i cappelli), oppure lasciare gli abiti all'aria aperta per 48 ore (i pidocchi non sopravvivono a lungo lontani dal cuoio capelluto)
  • lasciare all'aria aperta o conservare in un sacchetto di plastica ben chiuso per 2 settimane gli oggetti o i giocattoli venuti a contatto con la persona infestata
  • lavare e disinfettare accuratamente pettini, spazzole e fermagli, immergendoli in acqua molto calda per 10-20 minuti (il parassita è sensibile al calore)
  • non utilizzare in comune pettini, spazzole, fermagli o cappelli
  • in caso di infestazione delle ciglia si può usare un unguento all'ossido di zinco o vaselina; è possibile rimuovere i parassiti e le uova con l'uso di pinzette.

Oltre a ciò è necessario osservare alcuni accorgimenti e sfatare alcuni miti:

  • importante ispezionare giornalmente il cuoio capelluto e rimuovere meccanicamente le uova con un pettinino a denti fitti; un pettine normale non basta, poiché i denti sono troppo distanti per strappare le uova dal capello
  • applicare il prodotto seguendo rigorosamente le istruzioni scritte nella confezione; fare particolare attenzione al tempo di posa e alle modalità di risciacquo
  • prodotti naturali come l’aceto, la maionese e altri rimedi popolari non sono efficaci nel debellare la pediculosi; l’aceto può essere utile solo per “scollare” più facilmente le uova
  • il pidocchio non è indice di scarsa igiene
  • non è necessario tagliare i capelli
  • il trattamento è necessario solo se esiste una reale infestazione